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In questa grotta, si trova un dipinto a tre colori, un affresco molto curioso che si riferisce ad un episodio del “Perceval il Gallese” di Chrétien de Troyes.
Sulla parete inferiore, si vedono tre croci rosse, una spada frantumata, una lancia, un taillover decorato che porta cinque gocce di sangue e, al centro, un Graal a forma di sole irradiante.
Gadal ne dirà:
“Disegno unico al mondo: un colpo d’occhio, e tutto il libro di Perceval sfila istantaneamente davanti a voi”.
Questo castello era, evidentemente, quello del Graal, il castello di Montsalvatge, la Graalburg di Wagner. I cavalieri del Graal, “Templari”, custodi del Tempio interiore vivificavano lì giorno e notte la presenza del Graal.
La corrente spirituale che attraversava tutta la manifestazione dei misteri dell’Occidente, dai tempi dei druidi ai manichei, ai primi cristiani, passando per Templari e Catari.
La Questua del Graal era una rappresentazione simbolica dell’iniziazione catara.
Il Graal era il fine supremo dei perfetti.
Esso dava accesso al dominio dello Spirito e conferiva il potere di guarire e di consolare gli uomini.
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