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Nella tradizione immemorabile, questa sorgente è stata spesso simbolizzata da una coppa sacra, il Graal. La sua conquista assicurava l’immortalità, la guarigione perfetta.
Non fu poi questa coppa identificata con la stessa in cui Gesù intinse il pane durante la santa cena?
Certi speculatori immaginarono anche che diversi procedimenti magici od occulti, riti segreti, invocazioni o altro permettessero ai Catari di aprire questa sorgente.
Ma la sorgente scorre soltanto se le condizioni interiori sono compiute, se l’anima effettivamente è ri-nata nell’essere umano, se è di nuovo
vivente in lui.
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E Giuda, che aveva bevuto con un cuore impuro, fuggì nella notte per tradire.
Chi beve alla santa coppa è spinto a rivelare se stesso.
Così il Graal è sempre stato simbolo di rivelazione, di purezza.
Un’antica leggenda racconta anche che Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto e conservato in una coppa qualche goccia di sangue dal fianco trafitto di Gesù crocefisso. La coppa, il Graal, diventa qui il simbolo del sacrificio perfetto, d’offerta di sé.
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