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Ma il tempo finì con aprire questo grande ossario. Due secoli e mezzo più tardi, i protestanti che cercavano forse degli antenati negli antri delle montagne, condotti da vaghi e tragici ricordi, penetrarono in queste cripte funeree.
Non ci meravigliamo dunque se, allorché non era ancora Re di Francia, il futuro Enrico IV, Conte di Foix-Sabarthez, spinto dal lungo passato spirituale dei suoi avi, venne a Lombrives, su istigazione di tre notabili protestanti di Tarascon, e scoprì la “cattedrale degli Albigesi”, di cui, 250 anni dopo, nessuno più osava parlare.
Il suo antenato, Loup di Foix – radice profonda dei Borboni tramite la Casata dei conti di Foix-Sabarthez- aveva detto inginocchiandosi nel suo “Oratorio” : “Occorre prosternarsi davanti all’Altissimo prima di entrare nel suo Tempio”.
Con tre suoi aiuti da campo, il futuro Enrico IV fa aprire l’entrata della grotta. Ci penetrano e arrivano all’Oratorio di Loup de Foix, salgono su per le scale ancora drizzate, e scoprono tutto un popolo addormentato e coricato, quasi pietrificato come in bare di pietra.
“La Montagna che piangeva i suoi figli aveva costruito, con le sue lacrime congelate, delle tombe di stalagmiti. Molto di più, aveva elevato loro come un monumento trionfale, e trasformato l’orrenda caverna in una basilica meravigliosamente decorata di stucchi, di sculture simboliche”.
Si sarebbero anche trovati dei corpi disposti in cerchio e toccatisi tramite le ossa dei piedi e delle mani.
L’immensa necropoli di Lombrives era resa alla storia dopo 250 anni di silenzio assoluto, ma non di oblio!
Ci sono delle parole, ci sono degli atti che non saranno mai colpiti dall’oblio.
L’ ”Ala di Osiride”mette un velo su ciò che è chiamata a vedere ?
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