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Nuovo Montsegur- Un’ epopea sotterranea- Una fine tranquilla- Commovente scoperta- |
Nel suo libro « Dell’eredità dei Catari », Antonin Gadal ci fa un racconto molto dettagliato dell’agonia di questi ultimi catari e dei “faydits” che , inseguiti e intrappolati dal “sénéchal” e dalle truppe dell’inquisizione, andavano morendo lentamente, murati nella grotta di Lombrives.
Nel 1328 – ci dice Gadal- molto dopo la morte di Amiel Aicard e di Loup de Foix (altro Perfetto cataro, apparentato alla Casata di Foix ) che aveva fatto di Lombrives il suo oratorio e il santuario in cui si ritirava per meditare e predicare, questa grotta famosa, sede già di tante prediche notturne , era diventata, sotto il temporale sempre crescente dell’odio dell’Inquisizione, un rifugio permanente dei faydits dei boschi. Cinque o seicento montanari, fuggitivi, si erano stabiliti, uomini, donne, bambini, in queste tenebre, e , intorno al pastore cataro, formavano qualcosa a metà tra una comunità mistica e un accampamento selvaggio . “Un nuovo Montségur” si era organizzato, non più cavalleresco come l’altro e appollaiato nelle nubi, ma rustico al contrario, e perduto in un baratro montagnoso, un abisso perforato da un torrente vorticoso.
Le truppe del siniscalco decisero di distruggere questo rifugio di “credenti”. In precedenza avevano preso e demolito “le tre Chiese” d’Ussat, d’Ornolac e di Bouan. Penetrarono nella grotta attraverso il collo stretto, ma non sapevano che la grotta fosse doppia e che il suo corridoio orientale fosse soltanto il vestibolo di una galleria superiore, quattro volte più profonda, e che forma la caverna madre. Ci si arrampicò per una scarpata di ottanta metri di altezza. Ritirando una dopo l’altra le scale poggiate su qualche sperone che sporgeva, i Catari, per un momento , furono inespugnabili nell’oscurità. Credendo di respingerli nella Cattedrale per massacrarli, le truppe cattoliche furono costrette a ritirarsi.
Murarono allora la stretta gola, poi le uscite esteriori.
“La grotta rimase “sigillata e scellerata”, maledetta e difesa dal terrore superstizioso da cui la circondava in indefinibile mistura di mistero, crimine in espiabile, ed anatema regale e sacerdotale”.
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