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Cosa fecero i Catari? Avrebbero rovesciato i muri?
La rassegnazione era una virtù catara; si sottomisero dolcemente alla loro sorte e sorrisero tristemente alla loro tomba. Vissero ancora per qualche tempo, ma un giorno rimasero senza nulla ! “Allora – ci racconta Gadal con uno stile commovente; leggeva forse queste immagini nella memoria della Natura? – si raggrupparono secondo le loro famiglie, in diversi scomparti della roccia…per qualche minuto, al di sopra del pio mormorio delle preghiere, si sentì ancora la voce del vescovo confessare la Parola che è in Dio e che è Dio ; diede loro un bacio di pace e si addormentò a sua volta… Tutti riposavano nel sonno : e le gocce d’acqua che lentamente cadevano dalle volte turbarono sole il silenzio sepolcrale durante secoli. Erano pianti dalle rocce !
La montagna, che come una tenera madre, li aveva accolti nel suo seno, filò per loro, religiosamente, con le sue lacrime, un bianco ossario, seppellì i loro sacri resti nelle pieghe di questo lenzuolo funereo di calcare e scolpì le loro ossa che il verme non profanò punto : un mausoleo trionfale di stalagmiti, meravigliosamente ornato da urne, candelabri e simboli di vita.
La caverna di Lombrives, che per un istante ricevette il tesoro di Montségur, fu, quasi cento anni dopo, come l’ultimo Tabor del catarismo pirenaico.”
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